Augusto Capovin
Augusto Capovin - Cesena 1925-2010.
Dovevo andare militare. Perché noi andammo alla visita un anno prima prima del normale. Quindi noi dovevamo andare militare un anno prima.
Gli ultimi mesi, prima di andare su in montagna stetti nascosto. Un po’ in casa di mio fratello che era sposato un po’ da altri. C’è stato un periodo che ho lavorato con la Todt. Chi lavorava nella Todt si risparmiava di andare nei militari. Il mese prima [di andare in montagna]. Il mese di gennaio, si andava a lavorare con i tedeschi. Mi ricordo che era inverno. Che era un freddo! Andavo a lavorare a Bellaria. Facevamo i fortini.
Il mese di gennaio del ‘44 ho lavorato con la Todt però nel frattempo ero in contatto con qualche partigiano che lavorava all’Arrigoni un anno o due più di me aveva[no]. Eran giovani anche loro. Domeniconi Terzo. Lui mi stava dietro. Perché aveva capito da che parte tendevo. Anzi io gli chiedevo “Ma dove siete ? Ma dove sono sti ribelli?” Che io ero entusiasta di sapere. Anche, un po’, c’era lo spirito d’avventura se vogliamo. La politica era infarinatura solo. Ma c’era molto anche spirito di avventura perchè “i ribelli” ti affascinava questa parola, no? E allora gli chiedevo sempre “Ma dove siete? Dai, dimmi un po’...” “Ah! Siamo lontani! E poi bisogna prendere il treno...” Me la faceva [lunga]. E allora dico “Ma dove sarà?” [Poi un giorno mi disse] “Dai vieni! Dai! Che dobbiamo rinforzarci. Siamo i primi. C’è bisogno di rinforzi... di giovani ”. Insomma mi lavorava...
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