Paul Klee
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Autore : mauba
Giovedì, 27 Febbraio 2014 - 13:29 |
Il nonno va in giostra sul macinino del pepe.
Un ladro. Svelti, la dentiera del cane!
Lei desidera?
Una sfera di vetro.
Quanto grande?
Magari della grandezza della luna piena!
- Reciproci complici sorrisi -
Non tutti possono capire
altrimenti guai a me,
mi sarei totalmente tradito.
(Paul Klee - 1914)
Paul Klee - Wikipedia
Una galleria d'arte virtuale - Paul Klee
Paul Klee e la musica
Io sto all'erta
io non sono qui
io sono nella profondità
sono lontano...
io sono tanto lontano...
Io ... [Leggi tutto]
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Satyricon - Wikipedia
La cena di Ttrimalcione (con Ugo Tognazzi)
Satyricon - scarica il testo in latino
Satyricon
Satyricon - Traduzione integrale
Satyricon - Trad. Monica Longobardi
La parola satyricon è il genitivo plurale neutro dell'aggettivo greco satyrikòs, formato da due grecismi: Satyri, i Satiri, personaggi del mito e del folklore greco, più il suffisso di derivazione greca –icus (-ikos), lo stesso che serve alla formazione di titoli come Georgicon. Implica un sottinteso “libri” da cui il genitivo dipende: dunque “Satyricon libri” significa “libri di cose relative ai Satiri”. Perciò non sarebbe corretto dire “il Satirycon”, ma si dovrebbe meglio dire “le storie Satiriche”, come diciamo “le poesie Georgiche”. Come titolo originale alcuni editori moderni preferiscono il nominativo Satyrica, per analogia con le Bucolica, e soprattutto con vari titoli greci di opere narrative. Trattandosi di parola greca, il titolo va scritto con la –y-, e rinvia ai Satiri, divinità minori del seguito di Bacco delle quali nell’opera non si fa cenno, ma che simboleggiano il carattere lascivo e sconveniente del contenuto, e che, attraverso il riferimento al dramma satirico greco, suggeriscono l’idea di una modalità letteraria estrosa e parodistica.
Il titolo, con un curioso gioco di parole che corrisponderebbe al carattere ambiguo e arguto dell’opera stessa, allude anche a satura: parola latina che in età imperiale veniva connessa col greco sàtyros e veniva dunque scritta anche nelle forme satyra con la “y” e satira con la “i”.
Satyricon
Petronio Arbiter - wikipedia
Petronio e il Satyricon
Testi di Petronio - traduzione italiana
Satyricon - Federico Fellini (Film completo)
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Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori, vetrine, insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero a colpire l’attenzione, mai fermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulle sabbie del deserto. Invece, una foglia che ingiallisse su un ramo, una piuma che si impigliasse ad una tegola, non gli sfuggivano mai: non c’era tafano sul dorso d’un cavallo, pertugio di tarlo in una tavola, buccia di fico spiaccicata sul marciapiede che Marcovaldo non notasse, ... [Leggi tutto]
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Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori, vetrine, insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero a colpire l’attenzione, mai fermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulle sabbie del deserto. Invece, una foglia che ingiallisse su un ramo, una piuma che si impigliasse ad una tegola, non gli sfuggivano mai: non c’era tafano sul dorso d’un cavallo, pertugio di tarlo in una tavola, buccia di fico spiaccicata sul marciapiede che Marcovaldo non notasse, e non facesse oggetto di ragionamento, scoprendo i mutamenti della stagione, i desideri del suo animo, e le miserie della sua esistenza.
Marcovaldo (PDF) di Italo Calvino
Giancarlo Ratti legge Marcovaldo
I figli di Babbo Natale - Legge Lorenzo Pieri
Marcovaldo a supermarket - Legge Lorenzo Pieri
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Come Catone il Censore, Pennacchi crede fermamente nella massima “rem tene, verba sequentur”, ossia che bisogna partire da un concetto, una realtà di cose perché le parole verranno dopo.
Antonio Pennacchi - Biografia
Il 'Fasciocomunista' Pennacchi: Vendola? Perfetto per perdere.
Voto Cuperlo. Ha letto più libri di Renzi
Antonio Pennacchi alla Camera
Berlusconi non ci può vedere, non sopporta che fascisti e comunisti si mettano insieme. L’altro giorno, quando hanno sparato a quello di CasaPound, io ho subito pensato che si trattasse dei servizi. Il messaggio è chiaro: fasci e comunisti non devono parlare, ma devono solo litigare e spararsi. Così Berlusconi è libero di farsi i cazzi suoi…”
Si tratta di una vera e propria rivoluzione utopistica quella che Pennacchi vorrebbe mettere in atto. È importante partire da Latina poiché sempre a suo dire è mal governata da anni e per questo necessita di una svolta nella gestione per approdare ad una rivalutazione della città prima che sia troppo tardi. Un decadentismo diretto verso il baratro quello che Pennacchi descrive parlando della situazione nella quale si trova Latina, per questo motivo ha deciso di portare avanti questo suo ideale di Fasciocomunismo.
Unire Fascismo e Comunismo cercando di prendere il “meglio” da entrambe le parti. In merito alle critiche che gli sono state mosse contro Pennacchi afferma che: “I traditori non siamo noi il fascismo era rubare ai ricchi per dare ai poveri, oggi stare con Berlusconi vuol dire rubare ai poveri per dare ai ricchi. Il vero traditore è chi sta con Berlusconi: uno come lui i fascisti l’avrebbero preso a bastonate, l’avrebbero spedito al confino”.
Riflettendo poi su di un possibile paragone Mussolini-Berlusconi dichiara che: “Paragonare Berlusconi a Mussolini è un’offesa a Mussolini. E’ vero, anche il duce andava a mignotte, ma poi mica le faceve ministre o deputate…”.
Nell’idea utopistica di Fasciocomunismo per Pennacchi sbaglia: “Chi pensa che il fascismo sono le leggi razziali. Per me il fascismo è pure una città costruita dal nulla, con le mani, dai miei padri, dai miei zii”.
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ho fatto
passi indietro da gigante, in questi mesi:
il mio cervello
trema come marmellata marcia, moglie mia, figli miei:
il mio cuore è nero, peso 51 chili:
ho messo la mia pelle
sopra i vostri bastoni: e già vi vedo agitarvi come vermi: adesso
vi lascio cinque parole, e addio:
non ho creduto in niente.
(E. Sanguineti)
I ti attende il filo spinato, la vespa, la vipera, il nichel
bianco e lucente che non si ossida all'aria
ti attende Pitagora
che disse che delle cose è ... [Leggi tutto]
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ho fatto
passi indietro da gigante, in questi mesi:
il mio cervello
trema come marmellata marcia, moglie mia, figli miei:
il mio cuore è nero, peso 51 chili:
ho messo la mia pelle
sopra i vostri bastoni: e già vi vedo agitarvi come vermi: adesso
vi lascio cinque parole, e addio:
non ho creduto in niente.
(E. Sanguineti)
I ti attende il filo spinato, la vespa, la vipera, il nichel
bianco e lucente che non si ossida all'aria
ti attende Pitagora
che disse che delle cose è sostanza il numero e tu prendi del polipo
gli otto tentacoli guerniti di ventose e An die Hoffnung perché questo, questo lo prendono (essi)
lo prendono perché lo trovano
osserva Iside· e i costumi abruzzesi, le medaglie per la campagna di Cina del 1901, la maschera di Peppe Nappa
la città di Cannstadt
che fu incorporata nella città di Stuttgart nel 1905
e conoscerai la confindustria
e la svastica,
il 13 maggio e il 24 gennaio
lo spillo di sicurezza che non sa pungere, il lecco lecco e lo Spirito Santo
e tu prendi il gliconio e la glicerina e Hans Pfeiffer che nacque a Kassel nel 1907, perché questo, questo lo prendono
(essi), lo prendono perché lo trovano
perché lo trovano a lavorare
perché questa è, Federico, la Descrittione del Gran Paese: è la targa
automobilistica della provincia di Foggia (FG)
è la nave di linea a vapore
1870, è il babbuino, è il bisonte
e tu prendi gli urodeli e il ministro
Pella, la méthode des tractions rythmées de la langue (due à
Laborde), il Petrus amat multum dominam Bertam
perché questo,
questo lo prendono (essi), lo prendono perché lo trovano, perché
lo trovano a lavorare (...)
et anderà in pregione.
cosi, qui (a Cerisy); (così dicevano): abbiamo, noi, un cinese;
(e il cinese ero io, naturalmente);
e sull'autostrada spiegavo, anche,
il contraccolpo sopra l'operazione letteraria, radicalmente, immediato (e
così via); e si diceva dell'opportunismo trionfante, anche (e qu~ndo dissi, poi,
riformismo, infatti, volevo proprio dire opportunismo, invece);
perché la posizione cinese (dissi) giustifica ogni speranza (e che non sia questione
di élite operaia, insomma, ma della fine della preistoria, davvero, e così via);
e a mia moglie dicevo della quantità di infelicità, intanto (della qualità; e così via);
e volevo dire: giustifica anche noi; e anche i figli;
e volevo dire: giustifica il momento dell'utopia (ma davvero, ma per noi, anche,
ma qui, adesso): questo momento (gìustifica); e volevo dire: per sempre;
(ma nel night, a Palermo, li ho sentiti davvero, io, che dicevano: perché
vivi, tu? e dicevano: come ti giustifichi?
dicevano: ma ti giustifichi, tu?);
ma adesso, vedi: ma adesso, quale stanchezza? e quale (in questa nostra preistoria)., quale tranquillità?
ma vedi il fango che ci sta alle spalle,
e il sole in mezzo agli alberi, e i bambini che dormono:
i bambini
che sognano (che parlano, sognando); (ma i bambini, li vedi, così inquieti);
(dormendo, i bambini); (sognando, adesso):·
da: Purgatorio de l'Inferno - Edoardo Sanguineti
avant-garde
Biografia
Addio a Edoardo Sanguineti
Cosa leggere?
Il mio sogno era fare il ballerino
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