Maurizio grilli
Maurizio Grilli è nato a Forlì nel 1966.
Dopo la laurea in Lingue a Bologna si trasferisce in Germania a Karlsruhe. In Germania ha intrapreso ulteriori studi di Ermeneutica secondo il pensiero di Hans Georg Gadamer all'Università di Heidelberg (1996-1999) e di biblioteconomia all'Università di Colonia (2002-2003). Attualmente vive e lavora a Bolzano come bibliotecario.
Nel 2004 ha pubblicato la raccolta “Parole dall’ombra” (Agorà), nel 2005 la raccolta “Andata e ritorno” (Tosca). Ha pubblicato testi filosofici sulla rivista online La Critica (www.lacritica.net).
Ha tradotto in italiano insieme a Roland Krischke la raccolta di poesie Die Strassen komme ich entlang geweht (1912) del poeta espressionista tedesco Ernst Blass.
Sono stato ad Oswiecim la settimana scorsa. I nazisti l'hanno ribattezzata Auschwitz. Indicibile. Eppure alcune parole sono nate:
OŚWIĘCIM
Campo di fiori gialli
fra due blocchi che aspettano
l'inverno. Il vento copre
ogni rumore. Il filo con i chiodi
e con l'alta tensione non
fermava la formica. Come
i fili d'erba, le foglie incagliate
e quelle ancora libere fra
i sassi del binario. Il sole,
il cielo ci legano a loro
che gridavano aiuto e che nessuno
ha sentito. È qui in questa terra,
in questa sabbia tritata ora
il loro universo. Mi mancheranno
le scarpe, le scarpine, i sandali,
con i fori e i tagli per stare bene
quando è estate e fa caldo,
le trecce, le ciocche, le vostre
spazzole, i pettini e le valige
con i nomi per non prenderne una
per sbaglio. Mi mancheranno i vostri
cento, mille occhi fieri,
le vostre bocche che mi hanno parlato.
Anche se vi hanno picchiati, umiliati,
massacrati, impiccati, soffocati
col veleno in una stanza
bassa, fredda e buia e vi hanno
spinti in un forno uno dopo l'altro
con un metallo nero,
anche se hanno sparso le vostre ceneri
sui campi e nei fiumi, io vi sento,
sento il vostro dolore dentro.
E vedo e vivo con voi il ricordo
della vostra vita nelle vostre
case nei vostri negozi,
nei vostri giorni pieni di lavoro
e nei giorni dei nonni coi bambini
nel parco, delle domeniche al lago.
Dei vostri pranzi e delle
vostre cene con i sapori e i profumi
sentiti insieme. Dei vostri letti
morbidi, poveri e ricchi, dei giri
in bicicletta e a piedi nella neve
e di sera quando già fa freddo
e bisogna chiudersi i cappotti.
Io vi vedo e mi mancherete,
quando sarò lontano.
(e-mail 19-09-07)
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