Cesena - Torrione del Nuti Mercoledì 9 aprile – h. 20,30
Gianfranco Camerani e Paolo Borghi presentano il volume: Poets from Romagna antologia di poeti romagnoli tradotti in inglese
Una casa editrice inglese, la Cinnamon Press, lo scorso anno, ha aperto una collana bilingue dedicata alle "minoranze letterarie" d'Italia. La casa editrice si è affidata alla competenza dei traduttori Andrea Bianchi e Silvana Siviero. Nell'estate dello scorso anno Bianchi & Siviero, si sono rivolti a Guido Leotta della Mobydick - referente editoriale di alcuni dei più validi poeti romagnoli della nuova generazione, quella nata dopo il 1950 - che ha subito accolto favorevolmente la proposta di collaborare ad un nuovo capitolo della collana "Minorities not Minority", affidando il volume alla competenza di Giuseppe Bellosi. Il volume raccoglie poesie di Nevio Spadoni, Giovanni Nadiani, Gianfranco Miro Gori, Laura Turci, Francesco Gabellini, Annalisa Teodorani, Fabio Molari, lo stesso Bellosi e Dolfo Nardini. Un vero e proprio ventaglio di scrittori, anche geograficamente ben assortiti, a rappresentare i dialetti del ravennate, del riminese e del cesenate in un libro prezioso, destinato a biblioteche, università e scuole inglesi.
Le poesie degli autori presenti nel volume saranno lette da: Maurizio Balestra, Maurizio Benvenuti, Maurizio Cirioni, Francesco Gobbi, Iuri Monti, Silvia Scarpellini.

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Autore : Maurizio Balestra |
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3/04/2014 - 10:18 |
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Salutiamo l'amico Guido Leotta
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04/febbraio/2014 - h. 08.40
E' morto sabato sera, stroncato da un attacco cardiaco, Guido Leotta, scrittore, poeta, editore e musicista faentino. E’ l’intero mondo della cultura faentina a piangere la prematura scomparsa del 56enne Leotta, la cui attività ha caratterizzato gli ultimi 30 anni in città ma anche in Europa. A ricordare Leotta è Confcooperative Ravenna “E’ stato un cooperatore e un animatore amatissimo da tutta la città” - ha detto il vicepresidente Carlo Dalmonte. “Faenza e il nostro movimento perdono un pilastro importante della cultura cooperativa - ha sottolineato il direttore Andrea Pazzi -. Ha creato diverse opportunità di incontro di alto rilievo, prima con la rivista Tratti e poi con il festival omonimo. La sua scomparsa crea un vuoto culturale enorme per Faenza, anche alla luce del fatto che la cooperativa si stava preparando a celebrare i suoi primi 30 anni di attività con una serie di eventi. Ora lavoreremo affinché le iniziative che ha portato e sviluppato a Faenza possano continuare a vivere, per ricordarlo”.
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Autore : Maurizio Balestra |
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4/02/2014 - 08:06 |
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Attività illecite sul ciclo dei rifiuti
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Autore : Maurizio Balestra |
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27/01/2014 - 15:58 |
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Perché la vita deve essere bella - Un ricordo di Danilo Casadei (Baciola)
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mercoledì 11 dicembre - h. 21,15
tosca in collaborazione con la Cooperativa Sociale
terra dei miti
Presantano:
Perché la vita deve essere bella
un ricordo di Danilo Casadei, detto Baciola
- attraverso l’omonimo documentario
- la riedizione del volume Il vulcano che è in me
- letture e contributi di chi gli ha voluto bene
Mi ricordo quand'ero bambino, avevo attorno a me ragazzini più giovani di alcuni anni ed io ero il loro
capo indiscusso; mi imponevo a loro autoritariamente e volevo che facessero le cose come volevo io,
altrimenti erano tozze! Ero anche un violento e in me queste forze contrastanti non mi davano pace; ero
sempre combattuto ed anche dilaniato da queste forze prorompenti e contraddittorie. Ma non ero uno
stupido; ero abbastanza intelligente e sensibile per sentire e capire perché mai fossi fatto in tale modo.
Come dovevo fare? Da chi andare? Cosa potevo farci? Nulla! Ero fatto così e basta! E così dovevo vivere! (Danilo Casadei, detto Baciola Montiano 1951 – 2010)
Chi non ha conosciuto Baciola? Chi non gli ha pagato una birra? Offerto una sigaretta? Dato un
passaggio per tornare a casa o per portarlo in un’altra osteria? Dove avrebbe trovato qualcun altro
disposto a pagargli una birra, ad offrirgli una sigaretta ad ascoltare le sue storie più meno strampalate.
Era difficile resistergli. Magari con quel suo vocione roco, ad un primo impatto, poteva anche fare paura.
Ma poi si capiva subito che era un “buono” e che sarebbe stato anche generoso se avesse potuto. Ma non
poteva, al momento, non poteva permetterselo e allora quella stessa generosità che era dentro di lui, lui
la cercava negli altri che… quasi sempre, gli corrispondevano. Era difficile non lasciarsi prendere da quel
suo turbinio di pensieri, di parole… buttati lì ingenuamente, senza schermi, senza protezioni… fino a che
cedevi, cadevano anche le tue barriere… gli pagavi un panino e diventavi suo amico.
Per chi lo ha conosciuto questa è una serata per ricordarlo e magari capire di lui qualcosa di più.
Per chi non lo ha conosciuto e di sicuro ha perso qualcosa, un’occasione per conoscerlo. Nella sua
generosità Danilo ci ha lasciato diversi scritti, poesie, riflessioni, il racconto del suo viaggio in India alla
ricerca della felicità, come tanti fecero in quegli stessi anni; il racconto dell’insorgere della sua pazzia… Su
di lui e con lui è anche stato girato un breve documentario dal titolo significativo: Perché la vita deve
essere bella! Che vorremmo condividere con voi
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Autore : Maurizio Balestra |
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13/12/2013 - 12:41 |
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Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona. (Giorgio Gaber)
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Austerità un'occasione per trasformare l'Italia Il discorso al Convegno degli intellettuali del 1977 sulla "politica di austerità e di rigore"
In due importanti discorsi del 1977, Enrico Berlinguer fece la proposta dell'"austerità" come chiave culturale e politica per costruire un nuovo modello di sviluppo fondato sulla sobrietà, il superamento delle diseguaglianze e un diverso equilibrio tra Nord e Sud del mondo.
Con questa proposta, che non fu compresa e comunque, rimase inascoltata, si affermava la necessità di un modo diverso, "responsabile", di lottare contro la società dei consumi. Un un modello produttivo iniquo e senza speranza. Per un diverso rapporto tra economia e qualità della vita, che tenesse conto dell'ambiente naturale e della scarsità delle risorse.
Una proposta lungimirante e ancora oggi di grande attualità.
Enrico Berlinguer - L'austerità
La differenza fra austerità e rigore
L’esperienza di quegli anni dice che la proposta si scontrò con un’udienza refrattaria anche dentro il partito. Dove restava ancora un’abitudine alla disciplina, o addirittura al conformismo; ma le quotidiane lusinghe consumistiche già si mescolavano alle identità, nell’ascolto di mille sirene congeniali, specialmente mediatiche: ed erano ovviamente lusinghe molto forti.
Ci fu dunque anche nel popolo comunista la paura di dover rinunciare a qualcosa: molto o poco, in genere nemmeno tanto; a qualcosa che si era riusciti faticosamente a strappare proprio con le lotte politiche – e con le complicità degli anni delle vacche grasse, dei cosiddetti boom. Ci fu la paura di ritrovarsi fuori dal colorato tepore guadagnato solo di recente, e restituiti alle condizioni di prima: alle condizioni dei padri. La digestione della proposta fu subito armata da mille distinguo e mai entusiasta; risultò laboriosa e incompleta – con sostanziali fraintendimenti. Furono pochi a capire che proprio lì stava il nucleo strategico: se non si cambiava il modello di sviluppo, modificando le direzioni dei consumi – quindi i modi di produzione e le qualità delle merci – altro che socialismo: i bisogni generali veri restavano insoddisfatti, le disuguaglianze sempre più incolmabili e dolorose, e l’area degli esclusi sempre più vasta.
Poi le cose sono andate come sono andate: lo sappiamo ed è inutile perdere tempo andando a ripeterlo.
Berlinguer contro il consumismo
L'auserità contro il consumismo
Enrico Berlinguer
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Autore : Maurizio Balestra |
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19/11/2013 - 13:06 |
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