Prima di partire per un lungo viaggio. Accade per la prima volta che su un sito di ampia visibilità, si ospiti una rubrica interamente dedicata alle scritture neodialettali, in cui appariranno autori e autrici di tutte le età, lingue, aree o orientamenti culturali: lirici e antilirici, epici e visionari, visivi e narrativi, mescidatori e sperimentali, puristi e meticci. All’occasione, segnaleremo altresì antologie, riviste, iniziative e studi relativi ai dialetti...
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Inserito da Maurizio Balestra
il 24/06/2010 - 21:02
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Giuliana Rocchi è nata nel 1922 a Santarcangelo di Romagna, dove è sempre vissuta e dove ha frequentato le scuole elementari fino alla quarta classe.
Ha fatto la spigolatrice, l’operaia, la bracciante nelle campagne e, non più giovane, è andata a servizio presso una famiglia di Rimini.
Dal padre ha ereditato l’arte delle “satre” (poesie d’occasione umoristico-satiriche), ma se n’è presto allontanata, avviandosi verso la poesia in dialetto. Le sue prime prove poetiche risolgono ai primi anni Sessanta.
È morta nel 1996.
OPERE DI POESIA: La vóita d’una dòna, Roma 1980, poi Rimini 1981 (a cura di R. Macrelli); La Madòna de Garzéun, Rimini 1986 (a cura di R. Macrelli); Le parole nel cartoccio, Rimini 1998 (a cura di R. Giannini e con una postfazione di G. De Santi).
Vedi anche: L'Uso della memoria
Poesie:
La vóita d’una dona : poesie romagnole / Giuliana Rocchi -1980
Pr’ e’ carnevel d’una volta
I eva scanè e baghen.
A oc agoz
torna a la rola
chi burdel i aspiteva i grasul.
L’è ste du gambarun ad pió
ch’i j à brusé.
L’an de’ nivon
E’ mi ba l’era cuntent
d’avé mes int e’ d’ ciota
zoch e sarmint
e la nota
u n’andeva piò a la finestra…
E’ bufeva
int e’ d’ciota a n’emi gnint
intent ch’e’ bruseva l’utum zoch
guardend al sfrofli e’ mi ba e’ suspireva…
E’ let ad foj
Int e’ let ad foj
a j ò durmì fina a vant’en.
A sami tre;
quant as muvemi
a femi un gran malan.
A stami ranicedi
toti insem;
al cuerti aglj era pochi
però a stasami ben.
Quant a durmemi
e a sami int e’ pió bel
al polsi agl’incminziva
e’ saltarel.
E no ridì vuit
ch’avì guasi i mi an;
i zuvan in li à cnusudi,
ma aglj era ench ti vost pan.
L’onica verità
L’onica verità
ch’ò santì int la mi vita
l’è stè al busij
dl’oman ch’a j ò vlu ben.
La morta
La ven
lan guerda int la faza
a nisun
la tó só tot
vec, zuvan, burdel.
Enca i padrun.
Dop a la guera
La sdaza
só int e’ ciod
la j è sparida,
int la matra
la farena
la j è fnida.
La guera no,
la guera la j è ’ncora.
E’ vlen
Al lozli un gn’e n’è pió
i li à invalnedi
e gren l’è arvenz t e’ scur
al zghili an chenta pió
cumé una volta, aglj è maledi
un po’
aglj è morti
cagljeti aglj è stunedi.
La vita d’una dona
A sera znina
e’ cmandeva chi grend
a sò granda
e’ cmanda chi znin
quant ch’l’avnirà
e’ cmandarà la morta
e me a n’ò cmandè mai.
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Inserito da Maurizio Balestra
il 11/10/2010 - 11:19
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Tolmino Baldassari è nato a Castiglione di Cervia (Ravenna) nel 1927, ma dal 1962 risiede a Cannuzzo di Cervia. È stato bracciante, meccanico, funzionario politico e sindacalista.
Ha ricoperto la carica di consigliere comunale di Cervia dal 1951 al 1956 e dal 1964 al 1989. Autodidatta, ha maturato una vasta cultura soprattutto nel campo della poesia ed ha tenuto lezioni di letteratura presso varie scuole e corsi di poesia presso l’Università per adulti di Ravenna.
Ha esordito nel dialetto romagnolo nel 1975. Collabora con varie riviste. Notizie sulla sua biografia si trovano in Qualcosa di una vita, stampato a Lugo nel 1995 dalle Edizioni del Bradipo.
OPERE DI POESIA: Al progni sérbi, Ravenna 1975 (Prefazione di U. Foschi); E’ pianafôrt, Ravenna 1977 (Prefazione di G. Laghi); La campâna, Forlì 1979 (Prefazione di G. Bellosi); La néva, Forlì 1982 (Con un saggio di F. Brevini e una prefazione di G. Giardini); Al rivi d’êria, Firenze 1986 (Commento di F. Loi); Ombra d’luna, Udine 1993 (Prefazione di G. Tesio); I vìdar, Faenza 1995 (Prefazione di P. Civitareale); E’ zet dla finëstra, Castel Maggiore 1998 (Prefazione di A. Cappi); L’éva, Villa Verucchio 2002 (Prefazione di G. Lauretano); Canutir, Rimini 2006.
Tolmino Baldassarri
Tolmino Baldassarri
Tolmino BaldassarriUna lettera
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Inserito da Maurizio Balestra
il 17/05/2010 - 07:48
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